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Gli 'angeli del Covid' non vanno strumentalizzati

La meritocrazia non è solo trattare allo stesso modo casi uguali, ma anche trattare in maniera diseguale comportamenti diseguali. Per fare un esempio pratico trovo assurda l'ipotesi di distribuire a tutti gli infermieri ed i medici italiani il premio in denaro che si era deciso di dare a coloro che sono stati in prima linea nella cura dei pazienti Covid, tra cui molti si sono ammalati e sono morti. Il premio è una cosa e i diritti sono un'altra. I diritti vanno riconosciuti a tutti i lavoratori in egual modo ma il premio è relativo ad un comportamento speciale e deve essere riconosciuto solo a coloro che hanno avuto questo comportamento. E' profondamente ingiusto fare distribuzioni a pioggia (tra l'altro non ce lo possiamo economicamente consentire) e anche offensivo nei confronti di coloro che abbiamo chiamato "angeli in camice bianco".

Durante la fase tragica del picco di contagi, ricoveri, pazienti intubati, ci sono stati tantissimi infermieri e medici che si sono dedicati ai pazienti senza pensare alla loro incolumità, perchè credono nel loro lavoro e del giuramento professionale che hanno fatto. Ma ci sono stati medici e infermieri che si sono "messi malati" per non essere chiamati a fare quel lavoro estremamente pericoloso, o più semplicemente si sono rifiutati di farlo. Non li giudico nè li condanno, se hanno avuto paura non erano in condizioni di fare il loro lavoro e quindi è meglio che si sono fatti da parte, ma dargli pure un premio mi sembra un tantinello esagerato.

Inoltre, per rimanere in tema, mi sembra scorretto utilizzare il sacrificio personale di quei medici ed infermieri che hanno curato i pazienti Covid per battaglie sindacali che non hanno nulla a che vedere con quei gesti coraggiosi ed encomiabili.

Leggete questo articolo uscito su Il Sole 24 ore e ditemi cosa c'entra il contratto nazionale di lavoro e l'aumento degli stipendi a tutta la categoria in nome degli "angeli in camice bianco".

«Ieri eroi, oggi fantasmi». Non ci stanno gli infermieri del sindacato Nursing Up, che hanno tenuto un flash mob davanti all'ospedale Niguarda di Milano per chiedere una migliore retribuzione e migliori condizioni di lavoro. «Abbiamo lavorato come dannati, con mezzi scarsi, anche di protezione e scarsi sono stati anche i ringraziamenti», spiega una di loro. «Non chiamateci eroi, stipendiateci il giusto» è stato il leitmotiv della protesta degli infermieri che portavano tutti la mascherina di protezione e rispettavano la distanza di sicurezza. «Ora rispetto e riconoscimento», era scritto su uno striscione. Chiedono il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre un anno, più risorse per la Sanità per permettere le assunzioni necessarie a compensare i tagli degli anni passati, una contrattazione separata e l'adeguamento degli stipendi ai livelli europei.

Invece se avete un po' di tempo guardate qui sotto nel video le testimonianze degli infermieri 20enni che hanno rischiato davvero la vita al Cotugno