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Non fa paura l'intelligenza artificiale, ma la mancanza di computer fessi

L’attuale dibattito sulla pericolosità dell’«intelligenza artificiale» mi sembra monco. Finora si è analizzato solo il rischio (e ci siamo) che correremo quando i computer saranno in grado di appropriarsi da soli di miliardi di miliardi di milioni di dati, senza che siamo noi ad inserirli nella loro memoria. E quindi ci preoccupiamo che, così facendo, i computer sfuggiranno al nostro controllo. Penso che il punto non è solo che i computer saranno sempre più intelligenti ma anche che, a lungo andare, la stupidità resterà appannaggio del solo genere umano. Quando ciò avverrà non saremo nemmeno in grado di renderci conto di quanto sono intelligenti i computer che abbiamo creato. Urge che gli scienziati creino anche la « stupidità artificiale» per equilibrare le cose. Questo è il vero problema. Il modo si regge sull'equilibrio o per lo meno sulla continua ricerca di un nuovo equilibrio. Lasciare che gli scienziati si concentrino solo sull'intelligenza artificiale senza pensare ad inventare una stupidità di pari livello, manderà tutto a carte quarantotto. Urge che scienziati intelligenti creino computer fessi.